"Qualcuno dovrà togliere il timone
dalle mani del capitano ubriaco" Lettera di Rino Formica al Direttore del Foglio
2 novembre 2010
Caro
Direttore,
Il
Foglio ha affrontato con due suoi scritti (sabato scorso e ieri
martedì) la dolorosa storia umana e politica di Berlusconi e la
prevedibile crisi del sogno berlusconiano di costruire un modello
di società beata e beota.
Nello
scritto di sabato Lei traccia un quadro impietoso di
tutti i peccati, gli errori, le trasgressioni e dei
travisamenti nei quali è immerso il Cavaliere.
Ma
Lei lo assolve, perchè le debolezze sono coperte da una morale
personale, figlia di una morale cattolica dominante in generale; e da
una triplice verifica elettorale che ha sanzionato la irrilevanza dei
difetti rispetto ai meriti nel “fare
il grano”.
Lei
così lapidariamente liquida le
sfacciate qualità del Cavaliere:”
Il grano è la sua goduria, il complemento decisivo del suo carattere di
leader democratico che piace alla gente di questo basso e meraviglioso
mondo del suffragio universale per la sua generosità nello
spendere non meno che per la sua abilità
nell’acquisire”
Credo
che dopo questo giudizio un po’ paradossale e un po’ bizzarro, Lei
abbia voluto correggere l’enfasi assolutoria con una
puntuale precisazione più adeguata al momento in cui viviamo:“ho
riserve cruciali nel modo di governare del Cavaliere, e si sa”.
Ma
l’elefantino con una nota in testa alle due pagine del Foglio di martedì ( E’
arrivato il 25 luglio del Cavaliere?
) assolve il Cavaliere dal malgoverno
e trova la causa del malessere in una
responsabilità oggettiva (così si diceva una volta): il sistema
costituzionale è malato.
La
sentenza assolutoria è senza appello.
“Alla
Costituzione non piace l’uomo forte, e il risultato è un potere
debole, insidiato dalle manovre di Palazzo e di procura tanto più in
quanto è detenuto da un ospite inatteso, da uno statista strafottente e
privatissimo, non previsto, che telefona in questura a notte alta
preoccupato della sorte di Ruby. Per il
sistema il suo durare è scandaloso”
Ma,
caro Direttore, non era compito della forza rivoluzionaria del
cambiamento affrontare la crisi di sistema che travolse la prima
repubblica?
Le
risposte non sono venute nè
da sinistra nè da destra.
La
consociazione di due debolezze non fanno una forza.
I
leader sono stanchi e provati; sono generali sconfitti.
Essi
possono essere rovesciati solo dall’interno dei loro partiti.
Già
in passato si è sbagliato quando si pensava che la nave andava perchè
nei comandi era stato inserito il pilota automatico.
Qualcuno
dovrà togliere il timone
dalle mani del capitano
ubriaco. O lo fa il più
alto in grado o lo farà un mozzo
della sala macchine.
Rino Formica
P.S. Non so se vale la pena di continuare a parlare di una crisi di
sistema che si trascinerà per molto tempo ancora. Sento la inutilità
di un discutere a vuoto!
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