Lettera di Formica al Direttore del Foglio del 14 Settembre 2010 Caro
Direttore. Filippo
Astone è un attento giornalista d’inchiesta e di storia dei fatti e
con una lettera di commento
alla mia segnalazione del suo recente lavoro “Il partito dei
padroni”, ricorda che la responsabilità delle elitè economiche del
Paese va oltre il rapporto tra esse e Berlusconi ed investe il più
ampio spettro della
conduzione dell’Italia dal 1947 ad oggi. Ha
ragione e per me è musica. L’elefantino
ha promesso che ne
riparleremo ed io sono pronto a dare
il mio contributo di esperienza. Per
ora vorrei far notare che non mi sono soffermato su gli ultimi 18 anni
perchè inseguo una idea fissa: chi furono i distruttori della
democrazia organizzata in Italia negli anni ’90? Ho
voluto, invece, cogliere un
prezioso spunto dal libro di Astone quando a pag. 27 e seguenti spiega
come e perchè la Confindustria diventa partito (1992-1994); ci dice chi
fu il teorizzatore della nuova dottrina politica (Enzo Papi) e indica il programma
politico sul quale nacque la presidenza di Luca di Montezemolo. Fu
il partito dei padroni a rendere sporco il lavoro rozzo, improvvisato e
velleitario di un manipolo giudiziario. Furono
Berlusconi e D’Alema a far cadere tra il ’98 ed il ’99 ogni
ragionevole proposta di chiudere il capitolo di Tangentopoli. Berlusconi
rifiutò un suggerimento di un
autorevolissimo esponente del suo partito, D’Alema per la
Presidenza del Consiglio preferì
archiviare Gladio ed altro. E
così nacque la loro intesa :salvare insieme la propria storia. Craxi
era ancora in vita. Fraterni
saluti Rino Formica |