La lettera di Giorgio Napolitano alla moglie di Craxi "Cara Signora, Non dimentico il rapporto franco e leale con luiNon dimentico il rapporto che fin dagli anni '70 ebbi
con lui per il ruolo che allora svolgevo nella vita politica e
parlamentare. Si trattò di un rapporto franco e leale, nel dissenso e
nel consenso che segnavano le nostre discussioni e le nostre relazioni
anche sul piano istituzionale. E non dimentico quel che Bettino Craxi,
giunto alla guida del Partito Socialista Italiano, rappresentò come
protagonista del confronto nella sinistra italiana ed europea. Diversi e controversi significati storiciMa non è su ciò che oggi posso e intendo tornare. L’epilogo: la morte in solitudine lontano dall’ItaliaE' stato parte di quel cammino l'esplodere della
crisi del sistema dei partiti che aveva retto fino ai primi anni '90 lo
svolgimento della dialettica politica e di governo nel quadro della
Costituzione. E ne è stato parte il susseguirsi, in un drammatico
biennio, di indagini giudiziarie e di processi, che condussero, tra
l'altro, all'incriminazione e ad una duplice condanna definitiva in sede
penale dell'on. Bettino Craxi, già Presidente del Consiglio dal 1983 al
1987. Fino all'epilogo, il cui ricordo è ancora motivo di turbamento,
della malattia e della morte in solitudine, lontano dall'Italia, dell'ex
Presidente del Consiglio, dopo che egli decise di lasciare il paese
mentre erano ancora in pieno svolgimento i procedimenti giudiziari nei
suoi confronti. Si è trattato - credo di dover dire - di aspetti
tragici della storia politica e istituzionale della nostra Repubblica,
che impongono ricostruzioni non sommarie e unilaterali di almeno un
quindicennio di vita pubblica italiana. Il nostro Stato non può consentirsi distorsioniNon può dunque venir sacrificata al solo discorso
sulle responsabilità dell'on. Craxi sanzionate per via giudiziaria la
considerazione complessiva della sua figura di leader politico, e di
uomo di governo impegnato nella guida dell'Esecutivo e nella
rappresentanza dell'Italia sul terreno delle relazioni internazionali.
Il nostro Stato democratico non può consentirsi distorsioni e rimozioni
del genere. La conduzione della politica esteraConsidero perciò positivo il fatto che da diversi
anni attraverso importanti dibattiti, convegni di studio e
pubblicazioni, si siano affrontate, tracciando il bilancio dell'opera di
Craxi, non solo le tematiche di carattere più strettamente politico,
relative alle strategie della sinistra, alle dinamiche dei rapporti tra
i partiti maggiori e alle prospettive di governo, ma anche le tematiche
relative agli indirizzi dell'attività di Craxi Presidente del
Consiglio. Con Craxi portato avanti il processo d'integrazione europeaLe scelte di governo compiute negli anni 1983-87
videro un rinnovato, deciso ancoraggio dell'Italia al campo occidentale
e atlantico, anche di fronte alle sfide del blocco sovietico sul terreno
della corsa agli armamenti; e videro nello stesso tempo un atteggiamento
"più assertivo" del ruolo dell'Italia nel rapporto di
alleanza - mai messo peraltro in discussione - con gli Stati Uniti. In
tale quadro si ebbe in particolare un autonomo dispiegamento della
politica estera italiana nel Mediterraneo, con un coerente, equilibrato
impegno per la pace in Medio Oriente. L’importanza del nuovo Concordato con la ChiesaNé si può dimenticare l'intesa, condivisa da un
arco assai ampio di forze politiche, sul nuovo Concordato: la cui
importanza è stata pienamente confermata dalla successiva evoluzione
dei rapporti tra Stato e Chiesa. Le riforme istituzionaliIn un bilancio non acritico ma sereno di quei quattro
anni di guida del governo, deve naturalmente trovar posto il discorso
sulle riforme istituzionali che aveva rappresentato, già prima
dell'assunzione della Presidenza del Consiglio, l'elemento forse più
innovativo della riflessione e della strategia politica dell'on. Craxi.
Nel quadriennio della sua esperienza governativa, quel discorso tuttavia
non si tradusse in risultati effettivi di avvio di una revisione della
Costituzione repubblicana. La consapevolezza della necessità di una
revisione apparve condivisa attraverso i lavori di una impegnativa
Commissione bicamerale di studio (presieduta dall'on. Bozzi) : ma alle
conclusioni, peraltro discordi, di quella Commissione nel gennaio 1985
non seguì alcuna iniziativa concreta, di sufficiente respiro, in sede
parlamentare. Si preparò piuttosto il terreno per provvedimenti che
avrebbero visto la luce più tardi, come la legge ordinatrice della
Presidenza del Consiglio e, su un diverso piano, significative misure di
riforma dei regolamenti parlamentari. Il problema del finanziamento della politicaTra i problemi che nell'Italia repubblicana si sono
trascinati irrisolti, c'è certamente quello del finanziamento della
politica. Brusco spostamento degli equilibri tra politica e giustiziaMa era ormai in pieno sviluppo la vasta indagine già
da mesi avviata dalla Procura di Milano e da altre. E dall'insieme dei
partiti e dei loro leader non era venuto tempestivamente un comune pieno
riconoscimento delle storture da correggere, né una conseguente svolta
rinnovatrice sul piano delle norme, delle regole e del costume. Durezza senza eguali sulla sua personaL'on. Craxi, dimessosi da segretario del PSI, fu
investito da molteplici contestazioni di reato. Senza mettere in
questione l'esito dei procedimenti che lo riguardarono, è un fatto che
il peso della responsabilità per i fenomeni degenerativi ammessi e
denunciati in termini generali e politici dal leader socialista era
caduto con durezza senza eguali sulla sua persona. Violato il "diritto ad un processo equo"Né si può peraltro dimenticare che la Corte dei
Diritti dell'Uomo di Strasburgo - nell'esaminare il ricorso contro una
delle sentenze definitive di condanna dell'on. Craxi - ritenne, con
decisione del 2002, che, pur nel rispetto delle norme italiane allora
vigenti, fosse stato violato il "diritto ad un processo equo"
per uno degli aspetti indicati dalla Convenzione europea. Un complesso intreccio di luci e ombreE' questo, cara Signora, il contributo che ho
ritenuto di dover dare al ricordo della figura e dell'opera di suo
marito, per l'impronta non cancellabile che ha lasciato, in un complesso
intreccio di luci e ombre, nella vita del nostro Stato democratico. |